17 mag. 2009 - Attraversata del gruppo del Sella
Prologo, sabato 16 maggio
Come sempre qualcuno lancia un’idea, qualcuno organizza e quando sembra che nessuno voglia aderire…ecco che la frase che va per la maggiore diventa “anch’io aderisco all’ultimo minuto”.
E così sabato si parte scaglionati in nove anzichè in tre. Alle 10 Fox, Sandra e RobiRa. Alle 14 Andrea, Pao e Sindaco, a seguire Charles, Sara e Biagio ed infine solitario dall'immaginario paesino di Clauzetto anche Michele.
Ma andiamo con ordine e seguiamo la storia del gruppo delle 10:
Week end sta diventando sinonimo di vacanza e allora si va con calma, tranquilli e rilassati. Prima sosta in autostrada per un succo ed un giornale da sfogliare durante il viaggio. A Vittorio Veneto andiamo a farci un giro per il centro storico. Simpatico. A Belluno ci fermiamo a dare un’occhiata al negozio di sport “kiwi” giusto prima che chiudano. Ore 13.00 siamo ad Agordo in pizzeria che ci mangiamo una roba esagerata. In piazzetta la gelateria è chiusa e allora… si va a Cencenighe. Gelato da passeggio lungo il cordevole. A Masarè lasciamo l’auto e con una passeggiata di 15 min. raggiungiamo una bella cascata. Sul nevaio con le scarpette da ginnastica si arranca in salita e si “surfa” in discesa. (vedi filmatino ).
Passato un ponticello di legno assai poco stabile (vedi filmatino) troviamo riposo su due panchine in mezzo al bosco. Tiepido sole sulla faccia e occhi al cielo… una goduria… stiamo per addormentarci… ma Robi ci richiama all’ordine. Sono le 15.30. E’ ora di proseguire.
equilibrio precario |
uscita dell acqua |
la cascata |
grotta |
ma quanto pesè? Gavè rotto el ponte |
A Caprile, in un raptus di follia, svoltiamo a sinistra e
saliamo al passo Fedaia. Perchè? E chi lo sa. Siamo in vacanza.
Diamo un’occhiata alle condizioni della Marmolada. Perfette. Si scia fino al
lago. Beviamo una coca sul passo ascoltando il gestore che ci parla della
valanga di due settimane fa. Scendiamo a Canazei. Saliamo sul passo Pordoi a
controllare le condizioni della Sella Pordoi che dovremo salire il giorno dopo.
Sembra ottimo anche se la neve è un po’ molle, ma sono le 17.00 ed il versante è
a sud.
Stiamo per scendere verso Arabba ma… a bordo strada c’è la neve. L’intesa tra
matti è subito trovata. Telefonata al Sindaco per assicurarci un mezzo di
rientro. Lasciamo l’auto sul passo. Vestiti come siamo ci infiliamo solo gli
scarponi e ci buttiamo con gli sci in direzione Arabba. Lunga discesa a tratti
interrotta da zone erbose. Nessun problema si scia anche sulla terra. Seguiamo
la pista che porta ad Arabba. Durante la discesa scambiamo un due chiacchiere
con un gruppetto di marmotte.
Non si molla, si scia avanti. In qualche tratto bisogna spingere (vedi
video tecnica Sandra). Da macchia a macchia arriviamo fino al parcheggio
della partenza degli impianti di porta vescovo.
esplorazione partenza |
Ore 17 metemo i scarponi |
fora de testa |
robi x erbe |
perchè i ga chiuso la pista? |
Robi gira |
marmotte |
Ponti de neve |
Mai molar |
traverso |
incrocio pericoloso |
skizai per ben |
Ad Arabba, entriamo in albergo con scarponi ai piedi e sci al seguito sotto gli occhi un po’ perplessi dei turisti tedeschi in maniche corte.
In furgone con Andrea, Pao e Sindaco risalgo al Pordoi, recupero la mia auto e ridiscendo ad Arabba. Con Charles saliamo sul passo Campolongo, scendiamo a Corvara e lasciamo un auto a Colfosco. Andiamo a studiare il canalone di uscita della Val di Mesdì. Le condizioni sembrano ottime. C’è neve fino a valle, è assestata, non ci sono salti di roccia da passare. E’ l’OK definitivo alla gita. Si può fare.
Il canale d'uscita |
Di nuovo il passo campolongo e finalmente ad Arabba. Si può andare a cena.
E qui è doverosa una nota di merito per Sandra che si è adoperata per trovarci un letto dove dormire. In questa stagione è tutto chiuso sul passo Pordoi e non è stato facile trovare un alloggio. Soprattutto perché fino all’ultimo non si sapeva in quanti saremmo stati. Brava Sandra!!
Cena abbondante con primo secondo contorno e dolce tutto compreso nella quota mezza pensione. Per smaltire ci facciamo una breve passeggiata…. alla mecca degli sci alpinisti: il centro nazionale di previsione valanghe di Arabba. Il posto dove famosi ma sconosciuti personaggi (si firmano sempre con solo le iniziali) prevedono il grado di pericolo valanghe durante tutta la stagione sci alpinistica. Il posto da dove si sfornano ogni 2 giorni i bollettini nivo meteorologici. D’obbligo una foto di gruppo ed un omaggio al lavoro di questi personaggi.
Grado di pericolo per domani? |
Ovazione al centro valanghe |
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Domenica 17 maggio:
Saliamo al passo Pordoi (2235) dove recuperiamo Andrea, Pao e Sindaco che hanno dormito in furgone. Ore 5.40 sci ai piedi cominciamo a salire verso la sella del Sas Pordoi. Neve dura. Ha rigelato durante la notte. Appena la pendenza di fa più accentuata dobbiamo mettere i rampant. Si fa fatica a salire. Per ogni pendolino bisogna preparare bene la piazzola di virata. Nell’ultima parte caschetto in testa, sci in zaino e ramponi ai piedi per tutti. Gli unici fuori dal gruppo sono Michele e Sandra che salgono fino in sella con gli sci ai piedi. Complimenti. Io, sprovvisto di ramponi (mai avuti) salgo a piedi ma con la picca in mano. In certi punti la neve è ghiacciata ed un paio di volte devo scalinare con la piccozza per poter mettere la punta dello scarpone. Sono solo 600m di salita ma sono faticosi.
percorso salita |
albeggia |
marmolada |
ripido e neve dura |
tole in schena |
uso dei rampant come da manuale |
piz boè |
uscita dalla sella |
Raggiunta la sella ci fermiamo un attimo al rifugio Forcella Pordoi (2830). Con un traverso verso est ed una breve risalita verso punta joel ci portiamo sotto al Piz Boè. La neve è rigelata e non ha ancora mollato. Qui il sole sta battendo da poco. Io e Robi proviamo a vedere quanto tiene. Togliamo le pelli e facciamo qualche curva in discesa. Vero che non ho lame ma stare in piedi non è proprio agevole. Speriamo che il canale del rif. Boè abbia mollato altrimenti la discesa sarà alquanto tosta.
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Altra breve risalita, passiamo a destra del Col Toron e raggiungiamo il rifugio Boè (2871) da dove inizia il primo dei due canali più ripidi (35°). Il ricovero invernale è aperto (anche la porta). Dentro ci sono 4 brande, 4 coperte e basta. Nessuna stufa. Dalla Val Mesdì salgono alcuni alpinisti che proseguono alla forcella Ciamorces per poi salire probabilmente sul Piz Boè.
nardo par figon |
michele per conto traccia che ispirava |
dolomiti |
babe anche in zima |
firn iazà |
nardo par ancora figon |
sotto il Boè |
rifugio boè |
Breve sosta per magiare qualcosa e via… il canale ha già preso sole sulla parte sinistra. Li si può sciare mentre sulla destra è ancora un po’ duro. Ambiente fantastico. Qualcuno si diverte da pazzi giù per il canale, qualcuno procede con cautela, qualcuno con molta cautela. Ma sono tutti abili. Bravi muli!!
120 m di canale neanche tanto stretto e nemmeno così pendente come me lo aspettavo. Si fa senza problemi senza neanche saltare.
eccolo |
primo canale della val di mesdì |
imbocco |
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canale uno |
se fa |
dove va robi? |
fox in canal |
Fuori dal canale il vallone si apre e si può sciare liberamente sia a sinistra sotto il sole in neve molle, sia a destra in ombra su neve dura. Sullo sfondo si vede sempre la vallata verde di Col fosco e ai lati si alzano imponenti pareti dolomitiche. Meraviglioso. L'ambiente è veramente maestoso.
il vallone si apre |
spettacolare |
Colfosco sempre la in fondo |
ultimo tratto |
L’ultima parte richiede un po’ di attenzione. La pendenza ritorna ad essere più accentuata intorno ai 35° e si rientra in un canale più stretto. Nessun problema però. Passiamo sopra una slavina ben ammorbidita dal sole e ci teniamo sulla destra per evitare il ruscello. Si arriva in fondo tranquillamente. La neve è ormai molle ed affiora qualche piccolo sassetto. Dieci minuti di passeggiata nel bosco sci in spalle e siamo all’auto. O meglio... io e Charles siamo in auto... gli altri hanno tirato avanti lungo il sentiero fino in centro a Colfosco. Cavroni!! No xe va per sentieri che va finir mal!!
canale di uscita |
tutti salvi |
ma il pericolo sono i pedoni |
Caricati gli autisti ci rifacciamo il passo campolongo, scendiamo ad Arabba, risaliamo sul Pordoi, prendiamo le auto e rifacciamo tutto il percorso inverso per recuperare gli altri. Ritorniamo ad Arabba per un simpatico pranzo in compagnia. Tappa ad Agordo per un gelatino.
Sulla via del ritorno ci fermiamo ancora spronati dal "raptus pozze" cha ha assalito Robi. Sulla destra una cascatella. Stop. Andiamo a vedere e troviamo una simpatica pozza. Via scarpe e calze. Sguazziamo con i piedini nell'acqua gelida. Poco più in là ci facciamo una doccia con gli spruzzi di una grande cascata. E' l' arcobaleno a suggellare uno splendido week end.
raptus delle pozze |
arcobaleno finale |
Ed ora qualche video:
| vedi mappa google del percorso |
Partecipanti: Fox, Sandra, RobiRa, Andrea, Paola, Sindaco, Michele, Charles, Sara
Special guest: Biagio
Meteo: sole, temperatura sopra lo zero alla mattina, caldo al sole, assenza di vento
Neve: dura in salita a tratti ghiacciata. In discesa sotto il sole molle ma ben sciabile, in ombra dura.
Nota automobilistica: in 2 giorni mi son fatto 560 Km di auto che comprendono:
1 salita al passo Fedaia, una discesa dal passo Fedaia, una salita al passo Sella, 4 salite al passo Pordoi, 2 discese dal passo Pordoi, 5 salite al passo Campolongo e 5 discese dal passo Campolongo. E alla fine arriva Sandra che propone di farsi il 12 luglio il giro del sella in bicicletta. Ma vi sembra normale?
Descrizione tecnica by Charles, liberamente tratta da Scivolare:
Le condizioni meteo dicevano tempo bello con probabilità di precipitazioni molto bassa e così è stato. Lasciato un veicolo a Colfosco nella giornata predente, domenica ad ora presta ci siamo recati a Passo Pordoi attrezzati anche di picche oltre che di caschetto protettivo che non guasta mai.
Al passo l’innevamento consente di partire con gli sci ai piedi ma da poco più sopra, quando la pendenza si fa un po’ più “viva”, sono stati utilizzati i rampant e da metà salita in poi alcuni del gruppo hanno proceduto con sci in spalla e ramponi per traccia battuta; scelta forse non necessaria quella di procedere con ramponi ma che ha comunque soddisfatto gli utilizzatori. Dalla forcella in poi per traversi soleggiati, prima con buon firn, e poi per modesti saliscendi, in ombra su neve dura, al rifugio Bamebergherhutte evitando però di passare in traverso sotto le pendici ovest del Boè (neve piuttosto dura). Poco dopo le 9.30 ha avuto inizio la discesa della Mesdì.
Il tratto iniziale del canale con pendenza attorno ai 35°, è risultato facilmente scendibile grazie all’ormai buon assestamento della neve comunque variabile a seconda dell’esposizione; dal molle(parti al sole) al duro(parti in ombra). Lungo tratto intermedio della Mesdì sciato sulle parti in ombra quindi terzo ed ultimo tratto(strettoia prima di Colfosco pendenza sui 35°) su neve molle con pietruzze che però non hanno dato particolari problemi.
Il tratto finale, è risultato ancora ben innevato tanto da non riservare spiacevoli sorprese (si scia quasi obbligatoriamente sopra il letto del torrente). La neve si esaurisce nei pressi dell’incrocio tra la carrareccia con segnavie 645 ed il sentiero 651 ma si è già sui prati a 10 minuti da Colfosco. Piz Boè meta di scialpinisti saliti sia dalla Mesdì sia dal Pordoi. Nel complesso gita resa molto piacevole per l’ambiente, il clima e la compagnia di: Roberto, Sandra, Fox, Michele, Andrea, Paola, Sindaco(Pierpaolo), Sara e Biagio. Ps.non nego di aver trascinato la sera prima i malcapitati a far quattro passi sin al centro valanghe di Arabba!