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Per 3 euro parcheggiamo l'auto al rifugio pri Savici ad ovest del lago di Bohinj.
Alle 12.45 iniziamo la ripida salita della komarča.
(Albero ripieno sulla Komarca) |
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Il sentiero ha qualche passaggio agevolato da cavetti
passamano.
Si sale abbastanza in verticale tant'è che in 1h e 30 abbiamo già guadagnato 700m di dislivello.
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Una bella valletta ombrosa e ricca di felci ci porta al lago Černo
jezero |
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Ore 14.20 siamo a quota 1285. L'acqua è troppo invitante. Mi infilo il costume e
mi tuffo senza pensarci troppo... Un po' freddino ma splendido. Poco dopo arriva
anche RobiRa che piazza una clanfa nelle acque trasparenti del lago. Una
goduria. |
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Dopo un breve tratto verdeggiante... |
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Continuiamo lungo la via dei 7 laghi in leggera salita.
Buoni i
mirtilli che crescono a bordo sentiero.
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Cartelli per ski alper lungo la strada sull'ultimo strappetto prima del Dvojno jezero.
Ma chi si è arrampicato fin su quell'albero?
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Roger ha avvistato succulente trote? |
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Giulio sirenetto. |
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Dvojno jezero (1676) ore 16.50.
In fondo la koča na
triglavskih jezerih
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Sul sentiero crescono i famosi alberi da bastoni. Un presagio per
il ritorno.... |
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Suggestivi scorci sul lago accompagnano il cammino |
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Ci fermiamo al rifugio Koča na
triglavskih jezerih per una meritata lasko pivo.
Alle 17.30 ripercorriamo a ritroso 15min di sentiero e poi giriamo
in direzione
est nel Prodi sotto la Rušnata glava. Lo scenario cambia
ancora. Attraversiamo mughetti
e doline carsiche veramente suggestive.
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Alle 19.10 siamo al Pl. dedno polje (1560). |
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Breve sosta per assaggiare il latte acido (kislo mleko) |
Ma dove va Robi??
Morena fermilo!!! |
Ore 19.45 giungiamo finalmente al Koča na pl. pri jezeru
(1453). Il gestore non è per nulla simpatico. Anzi, quasi scorbutico e
l'accoglienza pessima.
Per fortuna incontriamo 2 facce amiche. Alessia e Claudio, partiti da
casa più tardi, hanno tagliato dal Cerno jezero direttamente al rifugio.
Per cena c'è solo Goulash o Klobaza. Niente altro. Ma proprio niente altro. Il goulash in realtà
si rivela fatto solo da krauti mentre la salsiccia, se pur
pesante, è buona.
E meno male che siamo a ferragosto. Qualcosa di più potevano offrire no?
Vabbè... siamo in Slovenia... siamo in rifugio (anche se di bassa quota) e cmq non
abbiamo alternative. Siamo abituati anche a cose peggiori... vero... Sara e Robi
sul Rombon??
Dopo "cena" usciamo ed affidiamo i nostri sogni alle stelle cadenti.
Mah... almeno una volta che si avverasse qualcosa...
Il simpatico gestore ci ricorda che i cani non possono entrare in
rifugio ma.... di nascosto.... intrufolo Roger in camera. Abbiamo
un camerone tutto per noi. Quindi no problem..
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Colazione pane burro e marmellata. Lasciamo 30 euro a testa per la mezza
pensione e alle 8.20 siamo in marcia. Come sempre la camminata è un po'
movimentata. Alessia ruba bastoncini a tutti mentre Claudio si porta
appresso la scorta liquidi in apposita borraccia "lasko". |
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Ritorniamo al Dedno polje e già al primo bivio si rende necessaria una
riunione plenaria per decidere del nostro destino. Ma de che parte gavemo de
andar? Ok, vada per la val Za kopico. Ma dove xe? Ne manca Anka
orientista....
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Risaliamo
a buona andatura la simpatica valletta Za kopico.
Il posto è bello e vario. Prima
si passa nel bosco, che poi si abbassa in mughetti....
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poi tra fiori e stelle
alpine.... |
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... quindi in un paesaggio sempre più brullo... |
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che diventa roccioso poco
prima della sella Vrata. |
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In un nevaio facciamo scorta di "granite".
Stile uomini delle caverne, con un sasso, si scava nel nevaio in cerca
della neve migliore. A questo punto si mette la neve nella borraccia assieme
a pezzetti di frutta. Si miscela il tutto e... granita pronta... |
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Ore 10.50 svalichiamo sulla sella Vrata (2192).
Difronte a noi abbiamo la
Mojstrovka il Razor ed il Kanjavec. |
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Con un saliscendi e un breve traverso ci portiamo sotto al Poprovec |
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per poi scendere su terreno
pietroso fino al lago Rjavo jezero. |
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la fame fa brutti scherzi...e può dare alla testa... strane ombre
aleggiano.. anzi galleggiano nell'acqua. |
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Un pediluvio rinfrescante ed è già ora di salire al rifugio Zasvaska Koča
na prehodavcih (2007).
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"Grazia!!! Magnite le man!!!" Te podevi vignir con
noi!!!!
E' questo il tenero pensiero che Sara rivolge alla cara amica :-)
Pranziamo (jota e crostata) crogiolandoci al sole fino alle 14.15. La strada del ritorno è ancora lunga.
Muoviamoci.... Si riparte. In 15 minuti scendiamo al piccolo laghetto Zeleno
jezero... |
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20 minuti dopo attraversiamo un piccolo nevaio e giunti sulla riva
immergiamo piedi e testa nel jezero v ledvicah (1881).
E' un lago splendido, il più grande sulla via dei 7 laghi. Suddividendolo
grossolanamente in 4 parti abbiamo un bel ghiaione sul lato lungo. Di fronte
si inclina un piano roccioso solcato e levigato. I lati corti presentano da
una parte un nevaio che salta in acqua e dall'altra una collinetta erbosa. |
Oramai da questa mattina il gruppo si è spezzato e procede in 2 distinti tronconi. I veloci "scoiattoli" sono stati
distanziati dai più rapidi "levri".
Levro Sara sempre in testa, tiene un ritmo forsennato. Levro major Giulio,
levro Fox e levro con "contratto formazione" Sandra sono gli unici che riescono a stargli dietro.
Seguono a breve distanza Alessia e Claudio mentre gli scoiattoli tengono un
ritmo più ragionevole.
Andatura "ad elastico" che vede il ricompattamento del gruppo ad
ogni punto notevole della gita.
Ancora in discesa ritorniamo, fischiati dalle marmotte, fino al Koča pri triglavskih
jezerih (ore 16.15). Sosta birra e palacinke e poi giù lungamente fino al
Černo jezero. Un po' stanchi per il notevole
sviluppo (SARA!!! te ga calcolà quanti Km che gavemo fatto??) il
sentiero sembra un po' monotono.
Ora che siamo belli stanchi e cotti, con le gambe che stanno su per
miracolo e con la mente già proiettata a qualcosa di commestibile che non
abbia nulla a che fare con krauti e klobaze, non resta che affrontare la parte più dura di tutta la gita. Ci aspetta la
temibile picchiata della Komarča che in discesa è
ben peggio che in salita.
Claudio deve allenarsi per la prossima "sky race" e si molla giù a tutta. Levro major
Giulio sparisce ben presto ricalcando le orme del nostro atleta di punta.. |
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L'unico tratto orizzontale della komarča
consta in 3 metri di cavetto con fittoni per i piedi. |
La discesa è dura. Il povero ginocchio di Levro Sara si fa sentire.
Il tutto si sta trasformando in una vera
sofferenza. Con o senza bastoni, con la tecnica del doppio saltino hop hop, con
la ginocchiera, con l'aulin antidolorifico, con qualche lacrimuccia di sofferenza, ma con una grande volontà ed
incredibile stoicismo.... il traguardo è
raggiunto.
Grande Sara. Hai conquistato il rispetto sul campo.
Alle 19.30 il gruppo si ricompone alle auto.
Ceniamo in una gostilna di Ribcev Laz, chi con una trota, chi con filetto funghi e polenta e
comunque tutti con mirtilli e panna.
A mezzanotte e mezza sono a casa nel mio lettino.
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Prossimamente qualche video.... forse..... se gaverò voia e tempo....