M.Sagran - 13 febbraio 2010


Il bollettino valanghe FVG scrive 3. Ma è un 3 da prendere con le pinze. Arriva diretto da un 4 del giorno prima. E la situazione meteo non è cambiata.
Serve una gita sicura. Perchè non provare a vedere qualcosa in zona M.Cocco. Magari qualcosa di leggermente alternativo alla classica salita.
Dalla carta il M.Sagran dalla sella di Lom sembra fattibile. Relativamente poco pendente e nel bosco. Quasi quasi...
Neanche farlo a posta arriva una telefonata da Michele che propone un giro simile:  lo Starhand.
Ok. Ci vediamo alle 8.00 al bowling e vediamo chi c'è.

E sabato mattina iniziano le sorprese. La prima a presentarsi al bowling è Sandra. Ah! Anche lei qui. Poi arriva Mariagrazia, un' amica di Michele.
Quindi ecco Michele, mentre Alessia passa e va a recuperare Anka. Arriva un sms da Charles. Lui e Iaia sono già per strada. Ci vediamo su. Bene... non resta che recuperare Ugo a Palmanova e Michael a Gemona.
Tac... ed anche oggi gita de clapa!

 

Alla locanda al Camoscio sopra Ugovizza non c'è spazio per lasciare l'auto. Pieno di neve. Bella giornata... un sacco di gente. Parcheggio più in basso a quota 1100.

Seguiamo la strada innevata, sci ai piedi, fino all'ex rifugio Nordio.
Qui il primo segnale chiaro e "tangibile" della situazione nivo. Anzichè salire lungo la forestale, Charles vorrebbe tagliare seguendo il vecchio sentiero estivo. Prova a passare il torrente Uqua e... wooom.. si crea una crepa di 30m lungo l'argine. Un assestamento.
Strano. A prima vista la neve sembrava soffice e inconsistente. In realtà è si polverosa ma c'è un minimo di coesione, almeno in superficie, da permettere il formarsi di crepe.
Mmm... oggi bisogna stare molto allerta.

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Locanda al Camoscio
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radura presso l'ex Nordio
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Spaccatura provocata

 

 

Seguiamo la "nuova" forestale che ci porta sulla sella Lom a 1499. Fin qui c'è chi ci ha preceduto ed ha faticato per noi aprendo una traccia nella neve fresca. Ma già provando ad uscire dalla traccia, si sentono dei piccoli woom di assestamento in quello che d'estate è il canalino di scolo a lato della forestale. Mmmh...

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forestale
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Sella di Lom
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sella alta di Lom

 

Siamo in sella.

Ora bisogna scegliere. O salire nella conca del Rio Dolinza stando sul pendio dello Starhand come indicato sulla relazione di Michele. Tra l'altro già tracciato. Oppure andare in "esplorazione" rimanendo nel bosco e salendo lungo la dorsale del M.Sagran vista a casa sulla carta.

Come me, nemmeno Charles sembra avere dubbi. Evitiamo pendii aperti e rimaniamo sulla dorsale. Certo è che non sappiamo cosa troveremo. Bosco fitto? Insciabile? Salti di roccia? Mah.. dalla carta sembra tutto fattibile.

E poi, proprio dalla sella bassa di Lom si vedono i pendii in fondo sulla sella tra Starhand e Sagron. Sono lontani, ma a me sembrano troppo immacolati e non so perchè mi puzzano. Eppure qualcuno c'è passato. Sulla nostra destra ci sono le tracce... Mah... io preferisco il bosco e la dorsale.

Via. Si traccia in neve fresca stando sempre all'occhio su dove si posano gli sci. Prima sulla dorsaletta per dolci pendii. Poi in leggero traverso nel bosco verso ovest.

Ecco aprirsi davanti a noi una grande radura abbastanza pendente da pensarci due volte prima di attraversarla in diretta.
Spiz e controspiz, ci alziamo di 50m nel bosco per superare la radura dall'alto, rimanendo nel bosco.
Prudenzialmente ci teniamo distanti. Passata la radura prendiamo un'altra decisione. Continuiamo il traverso nel bosco o saliamo sulla spalla?

Anche qui io e Charles siamo concordi. Faticosi spiz in fresca ci fanno guadagnare quota. Metro per metro valutiamo la microtraccia. Alcuni punti del bosco sono abbastanza ripidi da renderci molto prudenti.

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Charles apre traccia nel bosco
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Spiz verso la dorsale
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Vista

 

 

Finalmente raggiungiamo la dorsale. Qui la situazione dovrebbe essere più tranquilla... e.. wooomm... assestamento... hemm..
Ok. Almeno siamo "quasi" sul piatto. Proseguo lungo la dorsale. Woommm.. un'altro.... avanzo ancora... wooomm wooommm... parte una spaccatura... e 1 secondo dopo a 10m di distanza s'innalza un pittoresco soffio di neve che dal terreno sbuffa verso l'alto come una fontanella.

Procediamo cauti. La pendenza non è eccessiva e non mi preoccupa più di tanto... per il momento.... ma rimane l'incognita cosa troveremo più avanti?

Neanche a dirlo.... Ad un certo punto la dorsale si stringe. Si comincia a stare in cresta. Ok.. Ma la cresta comincia a diventare sottile.
Un passaggio è dubbio. Charles va in esplorazione bassa verso sinistra. Mentre io già medito la ritirata... Michele prende l'iniziativa e monta sulla cresta. Mah.. non è poi così male. Si passa.

Proseguiamo ancora. La dorsale ha dei bei "baffi". Ancora un dubbio... ok... qui di nuovo ben distanti grazie.... il lato "dolce" della cornice non è poi così dolce.

Nel frattempo.... tatatatatatta....E' da un po' che gironzola un elicottero. Guardando indietro lo vediamo sorvolare una valanga staccatasi dal versante NW dell' Osternig. Non vediamo tracce di sci. Forse è partita da sola o forse è stata innescata da qualche animale. Guardando bene c'è una valanga più piccola a monte partita da una radura. Che sia stata lei a provocare una simpatica? Dopo un po' l'elicottero se ne va.

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Dove tracciare?
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dorsale
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Valanga sull Osternig

 

 

Ora la cresta fa una bella onda aguzza. Salirci sopra diventa troppo rischioso. Qui rischiamo di spaccare tutto. Contro ogni indicazione dei manuali ski alp, decidiamo di tagliare la cornice proprio sottovento, dove generalmente si formano gli accumuli.
20m di taglio passando ovviamente uno ad uno.
Sulla selletta successiva, al mio passaggio si apre un'altra crepa. Ennesima dimostrazione della situazione di instabilità.

Davanti a noi gli ultimi 50m per raggiungere la vetta sono si su spalla, ma troppo ripida per le condizioni attuali. Oggi lassù non si va. Troppo pericoloso. E gli indizi la montagna ce li ha dati tutti.

Allora o si torna indietro oppure si scende sulla destra nel bosco e si prova a tagliare in basso.
Vada per la seconda. Perdiamo qualche metro di quota. Tutto sommato non male. Il pendio è abbastanza dolce ed il boschetto  è relativamente fitto.

Con un'ultima risalita guadagniamo finalmente la cima del M.Sagran a quota 1922.


dubbi

fatica

Valutazioni di creste
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Almeno c'è il sole
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selletta crepata, ci abbassiamo
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ormai in cima

 

 

C'è il sole a riscaldare l'animo. Davanti a noi cima bella ed il monte cocco, due "sicurezze" per gli sci alpinisti. E anche la discesa verso la forcella di fontana fredda è tracciata e poco pendente.
Inizia la sciata. Via le pelli e giù su ottima polvere. Prima seguendo una radura ed infine nel bosco fino alla sella (1693).

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Cima Sagran
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Cocco e Cima Bella

direttissima per Rosic

 

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Sciata ottima ma breve

torretta
 

 

 

Il gruppo un po' provato si divide. Anka, Iaia, Maria Grazie e Sandra decidono di imboccare la forestale e scendere verso valle da Rosic.
Io, Charles, Ugo, Michele, Michael e l'instancabile Alessia ripelliamo. Saliamo a buona andatura sulla Cima Bella dalla spalla est.
Dalla cima si vedono dei lastroni più o meno scaricati sotto la sella ovest (quella tra Cocco e Cima Bella).  Ma ancora più interessante è il bel distacco dal "sicuro" monte Cocco. Lungo il pendio NW.
Michael e Michele scendono da Cima bella sul versante est

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Si ripella
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verso cima bella
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Cocco a lastroni

Iaia!!! Dove vai??

 

Io, Alessia, Ugo e Charles scendiamo lungo la classicissima via di salita. Solo Charles, preso dal raptus del "trittico" ripella ancora una volta e va a conquistarsi anche il M. Cocco.
Bellissima discesa in neve polverosa per tutta la parte alta. Si trovano ancora parecchie zone di neve intonsa. Da quota 1500 in giù è tutto completamente arato e devstato dalle centinaia di discese del week end.
Ad ogni modi, sci ai piedi, raggiungiamo la nostra meta. La locanda Rosic. La signora Anica ci ha preparato gnocchi di patate, tagliatelle al cervo, gnocchi di pane con gulash. Come al solito vale la pena venir fin quassù.
Oramai con il buio scendiamo alle auto.

 

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Ghiaccioli

 

Partecipanti: Fox, Anka, Alessia, Sandra, Charles, Iaia, Michele, Ugo, Mariagrazia

Special guest: Roger & Biagio

Neve: polverosa

Meteo: sole, assenza di vento

 

 

Relazione by Ugo:

Io invece sabato sono andato tutto dall'altra parte (Tarvisio), hai presente l'articolo su quella zona dell'ultimo numero di Alpi Venete ? Ecco, Graben, itinerario numero 4 dell'articolo, medio sciatore, strada forestale, bosco di abeti, facile dorsale.
Appuntamenti: 08.00 Opicina, 08.30 Palmanova, 09.00 Gemona, 10.00 parcheggetto per il Cocco. Allegra comitiva di 10 persone, due cani, sole, temperatura di poco sotto lo zero, neve abbondante. La forestale per forcella Lom è già pistata. Dopo un pò che la percorriamo Marco esce di qualche metro dalla traccia e .....whoom, sul limite di un argine fa partire una spaccatura del manto nevoso che si propaga per una trentina di metri e che nel suo percorso zig zagante si allarga fino ad un decina di centimetri. Bell'inizio.
Dopo forcella Lom si svolta a sinistra per bosco fitto su pendio non ripido. Aspetto Mariagrazia che va più lenta degli altri, che ci staccano tutti. La ho convita a venire: gita facile, non lunga, e soprattutto tranquilla.
MG - Ma questi vanno su forte ?
MG - Io voglio tornare a fare gite con Giuliana !
Io - Devi riuscire a convincerla a lavorare meno, così potete farvi gite con andamento lento a piacere.
Dopo un pò la pendenza aumenta. Superiamo Sandra e Sara che si sono fermate per rimanere volontariamente per ultime.. Biagio piange continuamente (ovviamente è uno dei due bastardini che ha freddo). Arriviamo alla dorsale che è poco pendente, ma con i lati scoscesi. Sole, panorama. Sul ripido versante nord ovest dell'Osternig avvistiamo una grossa valanga a lastroni. Non si vedono tracce di sciatori, qualche traccia di animali ad un terzo della valanga. Spontanea o provocata ? Arriva un elicottero, la sorvola a bassa quota per tutta la sua lunghezza e poi si allontana.
Quelli che battono traccia cominciano a sentire il primo whoom, poi il secondo, poi il terzo. Michael, Marco e Alessia lasciano sfilare avanti me e Mariagrazia.
Dalla posizione di Michele parte una piccola frattura che raggiunge la cornice nevosa all'altezza di Anka. Si stacca un pezzo di cornice (due o tre metri?) subito fermata dal bosco sottostante. Il tono di voce di Anka diventa insolitamente tremolante. Per simbiosi, anche quello di Alessia assume lo stesso timbro. Io e Mariagrazia sfiliamo anche davanti ad Anka. Poco oltre Michele provoca una frattura che ci separa dalla cornice nevosa per una lunghezza di una ventina di metri. La cornice rimane lì, spostata ed abbassatasi di una decina di centimetri.
In un piccolo pianoro il gruppo si riunisce. Abbandoniamo l'itinerario previsto. Il bosco sulla destra è diventato sufficientemente dolce per scenderlo. Perdendo quota e con ampio giro raggiungiamo la dorsale-pendio tra il Graben e lo Starhand, molto meno innevata. Arriviamo comunque in cima al Graben, per altra via rispetto a quella prevista.
Scendiamo per la dorsale ovest, che è poco innevata e senza cornici. Op op op, dai polentone, dai (ovviamente all'indirizzo del cagnolino Biagio).
Il versante ad ovest della Cimabella è un guazzabuglio di lastroni staccati ed in bilico.
Abbondante libagione all'agriturismo da Rosic..
Però, a vedere il percorso dello Starhand, verrebbe voglia di andarci, con condizioni più assestate. Già: pericolo di valanghe 3. Però, che 3 !
Auto. Notiziario radio. Valanga ! In Abruzzo ? Nessun travolto.