Piz Boè - 30 maggio 2010


Albergo Savoia al passo Pordoi. Ore 4.50 della mattina... Toc.. toc... bussano alla porta dell'appartamento. Vado ad aprire con gli occhi ancora incrostati... Federica è pronta. Ha già fatto colazione e in tenuta skialper: "El tempo xe bel... andemo?".

5.30 Lei parte seguita a ruota da Nadia e Riccardo.

Porto la mia borsa in auto ma l'albergo è ancora chiuso. Devo uscire dalla porta di sicurezza..... sbang... No!! Si è chiusa dietro di me. Rimango chiuso fuori,  in maglietta, alla Fantozzi. Solo dopo quasi 15 minuti la porta si riapre. Esce Walter: "mi son pronto. Intanto vado avanti pian pian".

Devo sistemare lo zaino e far colazione con i pochi biscotti rubati la sera prima.

 

Ore 6.00 finalmente riesco a partire.

Ore 6.10 parte anche Giulio.

Il resto della banda rimane a dormire. Loro hanno deciso per la salita in funivia. Prima corsa ore 9.15 e poi decideranno il da farsi a seconda del meteo.

Primi 40 minuti a piedi con gli sci sullo zaino fino a quota 2550. Poi si può scivolare con le pelli fino in forcella.

Neve molle. Non servono rampant.

Le previsioni meteo erano azzeccate. "Variegato" Così diceva il previsore. E in effetti, dopo la prima ora di cielo coperto ma con buona visibilità, ecco scendere i primi fiocchi di neve mista pioggia.

Ore 7.30 Al rifugio Forcella Pordoi la visibilità si riduce a 10m.

Procediamo con il traverso in direzione est. Walter apre la traccia. Non si vedono i paletti di direzione se non quando ci sei quasi sopra.

Qualcuno è passato recentemente di qui. Ci sono le orme di scarponi. Utili per certi tratti "nel nulla".

Ore 8.20. Dalla selletta sotto punta de Joel scattiamo foto decisamente panoramiche.

Qui a fianco Federica con la Marmolada alle spalle....

....E qui Roger con il Piz Boè sopra le orecchie.
Iniziamo la salita sulla cresta SW del Piz Boè.

Nevica, non si vede un granchè, e si alza un vento fastidioso.

Togliamo gli sci per scavalcare una prima roccetta.

Proseguiamo in direzione NE con gli sci.

Il vento aumenta.  Siamo su un tratto di roccette, sci sullo zaino. Roger sta soffrendo.

Walter apre la via seguito da Giulio.

Io mi fermo. Scarico un po' di materiale a Federica e faccio posto a Roger nello zaino. Qui starà più caldo, avvolto nella mia giacca. Unico inconveniente.. il palco. Gli sci gli arrivano in faccia e gli skistopper nel costato.

Nel frattempo le tracce di Walter sono sparite. Coperte dalla neve. L'ultimo tratto lo apriamo noi scegliendo di aggirare una roccia rimanendo nella neve fresca anzichè arrampicare.

Federica davanti crea le tracce nella neve fonda. Dietro di me Nadia e Riccardo controllano Roger con la testa che sbuca dallo zaino.

Ore 10.00. Stanchi e provati dal meteo avverso raggiungiamo la vetta del Piz Boè a 3.152m. Sembra un 8000.

Troviamo Walter e Giulio che ci aspettano ansiosamente fuori dalla Capanna Piz Fassa. Roger con le zampe gratta sulla porta. Vorrebbe entrare per ripararsi dal vento. Ma non si può. E' chiusa.

Via le pelli. Scendiamo lungo la cresta nord in direzione forcella Camorces.

Poca visibilità. Procediamo in derapata perdendo quota.

Un po' a tentoni raggiungiamo l'imbocco del stretto canalino.

Walter mette la piccozza tra zaino e schiena. Mossa saggia. Scende a scaletta.

A debita distanza ci caliamo tutti piano piano sci ai piedi.

Solo verso la fine del canale azzardo n.2 curve di numero.

Troppo poca la visibilità.

Tolti gli sci per superare 10m di rocce, li rimettiamo ormai fuori dal canale.

Qui però ci aspetta un'altra insidia. Mancando le rocce, mancano i riferimenti, siamo decisamente nel latte. Visibilità 5m scarsi.

Walter davanti trova una piccola costruzione. Dovrebbe essere quella vicino al rifugio Boè.

Non si vede nulla. Alcuni metri... e alt.. guardo la bussola. Stiamo andando a sud. Giriamoci. Dobbiamo procedere verso nord per puntare all'imbocco della val di Mesdì.

 

30 metri ed ecco apparire la sagoma del rifugio Boè. Sono le 10.40.

Nel locale invernale ci riposiamo sotto alle coperte. Siamo bagnati fradici.

Anche Roger, stremato, trova conforto tra le coperte e si pappa senza ritegno una barretta energetica al cioccolato. Veleno per lui... ma in certe circostanze è meglio di niente.

"Bau...bau!" che significa "Grazie Federica."

Rinfrancati dalla sosta nel bivacco invernale ci tuffiamo nella Val di Mesdì. La visibilità è ridotta ma non è così tragica come prima.

Si riesce a sciare. La neve è buona. Ci divertiamo nel canale iniziale e nella parte alta.

Più sotto ci sono corpi di grandi valanghe. Per fortuna la neve è molle e attraversiamo i grumi senza troppa difficoltà.

Parte bassa della Val di Mesdì riempita da valanghe.
Ore 12.00. Finalmente si vede qualcosa.... anche se adesso piove :-(
Nadia rischia di farsi un bagnetto nel torrente
Ormai fuori dai problemi si scia con tranquillità praticamente ovunque.

Qui Federica affila le lame.

E io mi rifaccio i fondi degli sci.
Sci in spalla da quota 1900 in giù per mancanza di neve. Ore 13.10 siamo a Colfosco.

Alle 13.30, preceduti dalle urla di gioia di Sara, arrivano gli altri.

Alex, Sara, Carlo, Roberto e Sabrina che dal passo Pordoi erano saliti in funivia al Rif. Maria.

Anche loro hanno conquistato il Piz Boè... sembra con tempo migliore.. stando ai racconti.

Ore 13.35. In 11 nel furgoncino taxi, risaliamo al passo Pordoi per riprendere le auto.
  Bella attraversata del gruppo del Sella, decisamente "d'ambiente" viste le particolari condizioni meteo. Oggi non abbiamo potuto far colazione in albergo. Niente caffè quindi, ma tanto latte durante la gita.

Impegnativo il canale sotto al Piz Boè che in questa situazione potrei classificarlo OSA anche se la pendenza non è improponibile.

 

Eravamo gli unici sul percorso. Decisamente una gita strappata con le unghie al meteo.

 

Complimenti a tutti i partecipanti.


Partecipanti: gruppo a piedi: Fox, Federica, Giulio, Walter, Riccardo, Nadia
Special guest: Roger

gruppo funivia: Alex, Sara, Sabrina, Carlo, Roberto

Meteo: coperto - nebbia - nevicata - vento - pioggia

Neve: pesante ma ben sciabile

 

 

| le foto di Sabrina |

 

 

Il percorso:

 


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