Ore 5.15 sveglia nel nostro albergo incastonato nella roccia di Goreme. | |
Un panino con pomodoro e cetrioli per colazione e via verso la nostra prima meta sciistica. Il vulcano Hassan sopra il paesino di Helvadere | |
Fin dove possibile saliamo con il minibus. Poi un agricoltore del posto cerca
inutilmente di farci proseguire sulla neve a bordo del suo trattore. Almeno
avesse le catene. Inutile. La neve è troppo fonda sulla strada. Sci ai piedi si parte da quota 1750. |
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La giornata inizia caldissima. | |
Il cono vulcanico è ben visibile davanti a noi. Sembra vicino.... sembra... sembra... | |
Gasati dalle condizioni strepitose della neve saliamo veloci con traccia spesso
tedesca. La nostra guida Met è già in affanno ed arranca in fondo al
gruppo. Quasi ogni 15 minuti la "gendarmeria" chiama al cellulare Met per sapere a che quota siamo e se va tutto bene. E' un po' stressante ma è un sistema di sicurezza. In caso di necessità l'esercito turco mette a disposizione (sembra gratuitamente) un elicottero per il soccorso alpino. |
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La salita si fa più accentuata. Saliamo a zig zag. | |
L'ultimo tratto è più ripido. Gli spiz si fanno insicuri. Palchizzo e salgo a
piedi per un pezzo. Ma le condizioni della neve sono dubbie. Un accumulo
sospetto ci sbarra la strada per la cima. Non è il caso di rischiare. Chiediamo consiglio a Met... ma la risposta è alquanto evanescente... maybe.., if you wont..., why not? |
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Ore 13.00. Le condizioni meteo variano improvvisamente. Siamo nella nebbia e
inizia a nevicare. Quota 3.050. Spelliamo e rinunciamo alla cima. Scendiamo su neve fantastica ma purtroppo nel latte. Chiediamo aiuto al GPS di Met per trovare la via giusta del ritorno. Peccato. Fossimo partiti 1 ora prima avremmo fatto una sciata spaziale sotto il sole. La neve è polverosa in alto e trasformata in basso. |
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Nel pomeriggio puntiamo verso Aladaglar. Le condizioni meteo migliorano. Non
piove più e non si sentono più i tuoni sulla cima dell'Hassan.
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Lungo la strada ci fermiamo a dare un'occhiata ad un suggestivo canyon. | |
La stanchezza regna sovrana nel minibus. Non abbiamo raggiunto la cima per 100m
ma siamo cmq felici per la giornata, per la sciata e per la scelta azzeccata di
rinunciare al momento giusto. In 2 ore di trasferimento verso Demikazirk si notano le solite brulle distese desertiche attraversate dallo stradone a 2 corsie. Quasi nessun' auto in giro. Sarà forse colpa del prezzo della benzina? Circa 2 euro al litro. Le poche case sono basse, generalmente evanescenti e mal tenute ma quasi tutte con pannelli solari per scaldare l'acqua e la parabola satellitare per la TV. Verso le 18.00 raggiungiamo il campeggio di Aladaglar a Cukurbag gestito dal simpatico Recept. Alloggeremo nell'accogliente e riscaldato bungalow in legno. Per cena... pollo... tanto per cambiare... ma ottimo. |