Senza carte topografiche e con la nostra guida che si basa solo su una foto
panoramica per scegliere l'itinerario la situazione non è facile. Solita sveglia
alle 5.30 e con la land rover ci dirigiamo all'imbocco della Karayalla valley.
La "porta" di ingresso è strettina e sopra ci son pericolosi accumuli ben
visibili da lontano. Più che una gita sembra una trappola. Per fortuna scorgiamo
in lontananza una simpatica cima che assomiglia di profilo al Krn sloveno.
Met e Recept non conoscono quel monte. Ci avviciniamo con la jeep il più
possibile poco dopo il Buldurus pass.
Ore 8.00 partiamo nel fango con gli sci
in schiena da quota 1750.
Dopo 20 minuti di passeggiata troviamo la prima lingua di neve
La giornata è fantastica
Oltre al sole c'è l'emozione di una gita esplorativa in Turchia. Conquistare una
cima di cui le nostre guide non conoscono il nome e... chissà se mai prima d'ora
qualcuno è salito fin lassù sci ai piedi?
Il paesaggio è vasto. Il gruppo di disgrega. Ognuno vuol fare la propria traccia
su un percorso completamente libero.
Dietro Met è proprio stanco. Stiamo
salendo a tutta vam.
Ogni tanto bisogna fermarsi per aspettare Met... "nobady wait me"
La cima è sempre la. Sembra di poterla raggiungere in pochi minuti ma è
lontanissima.
A quota 2400m il terreno si fa più ripido. Con cautela su un simil spallone a
sinistra apro traccia.
L'emozione di poter conquistare una cima fa dimenticare
la fatica accumulata nelle gambe.
Finalmente siamo in cima. L'altimetro segna 2853m.
Difronte a noi si erge il
Demirkazir con i suoi 3700m di quota.
Il gruppo è festoso. Battezziamo la cima "Podsedna salama" che letteralmente si
traduce in Salame speciale.
Dalla cima la vista è favolosa su tutta la pianura
sottostante.
Per la discesa evitiamo il costone di salita con poca neve e molti sassi
spostandoci al centro in un simil canale.
Siamo consapevoli di essere in un
riporto da vento. La scelta non è proprio da manuale dello ski alp ma ci
sentiamo sufficientemente sicuri per correre il rischio.
E' Tibor il prescelto. Avrà l'onore di inaugurare la sciata e l'onere di
saggiare il pendio.
Neve polverosa e fantastica per una sciata da urlo.
La discesa dalla vetta è entusiasmante e lunghissima.
Nel pianetto sottostante ci fermiamo ad ammirare le nostre curve e ci
rilassiamo per essere fuori dal punto critico.
Da qui in giù la polvere viene sostituita da uno splendido firn che ci
accompagnerà ininterrotto fino alla fine della nostra sciata per 1100m di
dislivello e parecchi km di sviluppo. Fantastico!
Ore 13.20. A fine gita gli sci hanno ancora i resti del fango iniziale di
salita.
Chiamiamo al telefono Rejept che con la jeep viene a recuperarci.
Abbiamo
regalato a lui e Met un nuovo itinerario da proporre ai loro prossimi clienti.
Percorso
In campeggio alla sera, dopo consulto con i saggi del paese, scopriamo che la
nostra "posedno salama" in realtà ha già un nome. Si chiama Pancarlik.