GoerLitzer Toerl - 3.3.2013

Prologo sabato 2.3.2013

Dormiamo nel paesino di Sagritz 2 Km prima di Doellach (vedi Gertrude) al SagritzWirt. Il posto sembra nuovo. Abbiamo 2 appartamenti grandi con cucina, bagno, doccia e camere separate. Un lusso da 46 euro compresa colazione a buffet stile tedesco (valida anche per il pranzo successivo) e cena. Brava Fede che ha scovato questo posto tattico.

Durante la cena ci inventiamo la gita per domani. Sentiti quelli del corso SA1 che alloggiano al Sadnighaus ci dicono che per salire al rifugio non bastano le gomme da neve. Servono le catene.

 

Domenica 3.3.2013

Ore 7.30 colazione esuberante. E’ già arrivato Giulio partito alle 5.00 da Trieste. Ore 8.30 siamo pronti con scarponi ai piedi e sci sullo zaino per partire alla ricerca dell’attacco della nostra gita. Dal parcheggio dell’albergo vedo un’auto che sale lungo una stradina. Potrebbe essere la strada giusta. Prendiamo le auto e andiamo in cerca della stradina. L’auto di Giulio però non parte. Forse la batteria? La lanciamo dalla rivetta... ma non si accende. Apriamo il vano motore, una scassatina ai cavi della batteria e come d’incanto l’auto si avvia. Trovata la strada facciamo si e no 1 o 2 Km in direzione Allas guadagnando forse 100m di dislivello. Quindi… ghiaccio. Saimo costretti a parcheggiare a quota 1300m

Ore 9.30. Palco in schiena ci incamminiamo lungo la strada asfaltata.

 

La gita era prevista avventurosa e un po’ insolita. Le aspettative vengono mantenute fin dalla partenza.

Dotati di carta 1:50.000 con equidistanza 100m trovare la via esatta di salita non è immediato.

Al primo alpeggio mettiamo gli sci ai piedi e attraversiamo i protoni.. Neve dura. Non servono i rampant…salvo che per Giulio. E’ partito da Trieste con una pelle sola. In albergo gli ho dato le mie pelli di scorta… molto usate e strette per i suoi sci. L’aderenza che offrono non è sufficiente. Deve mettere i rampant per restare in piedi.

A metà dei pratoni incontriamo uno storione di circa 80cm parecchio sconsolato e costretto a vivere in una pozza di circa 2m di diametro.

L’avventura continua con l’attraversamento di filo spinato e con la ricerca della giusta via di salita. Incrociamo una strada forestale e la seguiamo salendo a zig zag nel bosco.

Sbuchiamo  dove volevamo esattamente al rif. Glockenblick a quota 2047m. Da qui iniziamo un traverso di circa 2Km passando sotto il Mohar. E’ quasi mezzogiorno. Un cartello “pericolo valanghe” conferma quel che già vediamo. Un canale non ripidissimo ma cmq molto invitante per scaricare. Versante sud pieno. Passiamo l’avvallamento senza problemi. Hanno installato dei paravalanghe a monte. Giriamo la spallette e davanti a noi si apre un altro canale. Qui non ci sono i paravalanghe. E si vede. Ci sono alcuni piccoli scaricamenti da caldo e una bella valanghetta di fondo che ci taglia proprio il nostro passaggio.

Valuto un attimo la situazione. Il grosso della valanga è già sceso lasciando l’erba in vista a monte. Altri punti sospetti hanno già scaricato. Ci teniamo a distanza di sicurezza e a vista. Passiamo velocemente fino alla spalla successiva. Non ci sono rischi ma anche solo attraversare una valanga fa un po’ di sensazione. Incrociamo il cartello pericolo valanghe posto nell’altro senso. Evidentemente questo è un tratto conosciuto e soggetto a scaricamenti.

Proseguiamo il nostro traverso in bosco fino ai pendii più dolci e aperti proprio sopra il rifugio Sandinhaus. Siamo a quota 2000.

Il caldo si fa sentire. La giornata è splendida. Diamo fondo alle nostre bevande e saliamo un un bellissimo ambiente aperto. Puntando alla Goeritzertoerl incrociamo i gruppetti del corso SA1 che stanno scendendo dal Moahr. Loro sono partiti alle 8.00 dal rifugio Sadnighaus. Un rapido saluto e proseguiamo la nostra gita.

Raggiunta la sella a quota 2.458 togliamo le pelli e ci riposiamo un paio di minuti.

Scendiamo dal versante opposto verso ovest. Neve polverosa e ambiente molto bello. Ci inventiamo un po’ la direzione di discesa. Fin dove possibile rimaniamo sulle radure aperte.

Verso quota 1900 entriamo nel bosco. Inizialmente sciabile. Poi man mano che scendiamo diventa sempre più fitto. A quota 1700 non abbiamo più abbastanza fondo per sciare comodamente. Il bosco si fa veramente combattivo. Ci si arrangi con le tecniche più svariate. Dallo scivolamento su radice alla scaletta su roccia. Dallo stile Tizi “Tarzan” che salta da ramo in ramo fino allo stile Tizi bis, sci in mano e discesa a culata.

Dopo quasi un’ora per scendere 150m sbuchiamo su una forestale. La seguiamo fin dove possibile. Sull’asfalto manca la neve. Facciamo un tratto a piedi. Stando ad un locale per raggiungere Doellach mancano circa 5Km di asfalto.

Non ci stiamo. Rimettiamo gli sci e tagliamo in diagonale sui prati sfruttando ogni possibile chiazza di neve.

Altro breve passaggio sci in spalla su asfalto e finalmente raggiungiamo lo spallone giusto quello che picchia proprio sopra Sagritz. Altro tratto sciato e sbuchiamo perfetti sopra il nostro albergo. Sono le  17.30.  La nostra  gita molto istruttiva e avventurosa ha durato 8 ore.

 

Meteo: sole pieno senza una nuvola. Assenza di vento e temperatura alta

Neve: polverosa nella parte alta. Variabile nel bosco, quasi trasformata nella parte bassa.

 

Partecipanti: Fox, Nicoletta, FedericaP, Fabio, Francesca, Tizi, Robi, Giulio.

 

 
SimpleViewer requires JavaScript and the Flash Player. Get Flash