Marocco Day 2
domenica 21.02.2010
Da Tacheddirt al Tizi Likemt 3.555m


La colazione a Imlil si fa con l'immancabile te e con i classici burro, marmellata di fichi, di arance di fragole e di pesche da spalmare sul pane ovviamente arabo.

Insieme agli sci, gli zaini ed i bagagli veniamo stivati tutti in un piccolo furgoncino. Un'oretta di viaggio su una strada asfaltata, forse nuova. Passiamo ripidi pendii che scaricano sassi anche grandi. Per tutta la settimana precedente ha piovuto in basso e nevicato in alto.

Un po' prima dell'abitato di Tacheddirt il furgone si ferma. C'è già uno strato di neve sulla strada.
Prego scendere. Sci in spalla per 50m e poi... finalmente possiamo posare le nostre pelli di foca sul territorio africano. Siamo a quota 2400 circa.

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Da qui si parte
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primo tratto sci in spalla
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finalmente sci a terra

 

 

Da subito inquadriamo la nostra guida. Mohamed non usa l'ARTVA. Che sia pendenza accentuata o che sia falsopiano l'alzatacco diamir è sempre al massimo. Mah.. Forse gli hanno insegnato così. Per il passo di giro preferisce allargare lo sci interno anziché quello esterno. I dietrofront sembrano un po' casalinghi seppur efficaci. Le indicazioni su dove andare ce le urla dal basso muovendo il bastone. Sella di destra, pendio di sinistra...

Ma qui siamo in Marocco, non ad una scuola di sci alpinismo. L'importante è che sappia dove andare.

Da subito i Rumo boys (Alberto e Riccardo) fanno emergere le loro origini montanare. Con gamba agile e scattante si piazzano davanti a tutti e vanno su a velocità doppia alternandosi nella battitura della traccia. In trentino se fai meno di 1500m l'uscita non viene classificata come gita ma come semplice passeggiata. ;-)

Il meteo non è granché; Nuvoloso. Ma ogni tanto ci sono delle schiarite.

Siamo soli. ma dopo poco.... ecco una figura scura salire alle nostre spalle. Ci raggiunge...è un locale. Anche lui in gita. Bello. Anche i marocchini vanno in gita allora. Mohamed, si chiama così anche lui, sale con noi. Va su dritto con traccia tedesca, zainetto sulle spalle e senza guanti.

Le preoccupazioni iniziali sulla possibilità di valanghe si affievoliscono man mano che saliamo. I pendii aperti, anche se ripidi, non sembrano pericolosi. Per scrupolo tentiamo sempre di rimanere sulle piccole dorsalette.

Ora si vede la nostra meta. La sella Tizi Likemt ci attende lassù a 3.555m. Ci manca solo un centinaio di metri. Ed ecco che si fa sentire il vento. Sono folate improvvise, molto forti ma che durano poco. Qualche decina di secondi... poi di nuovo calma per 1 minuto. Poi un'altra raffica. Saranno 80 - 90 Km/h. Ma non è il gelido vendo over 3.000 delle nostre alpi. Siamo in Africa e, se pur freddo, sembra quasi caldo.

L'unico fastidio è la neve che ti arriva negli occhi o il rischio di perdere l'equilibrio quando la raffica ti investe nel bel mezzo di un pendolino.

Ci siamo. Abbiamo conquistato la nostra prima meta dell'avventura marocchina, il Tizi Likemt a quota 3.555 dopo 1200m di dislivello in salita.

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ampi valloni
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in fondo la pianura di Marrakesh
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folata di vento in sella

 

 

A questo punto, mentre togliamo le pelli, Mohamed, il gitante solitario, si rivela per quel che è..... Apre il suo zainetto ed estrae cocacole  e aranciate in bottiglia di vetro. Da buon marocchino è un mercante anche lui. Quasi per compassione gli comperiamo un paio di bottiglie di gelida coca da bere sotto il vento in cresta. Costo 20dh pari a 2 euro. Meno che in autogrill da noi.

Forse sarà per il piacere di farsi la gita e la sciata. Ma secondo noi farebbe molti più affari vendendo le cocacole a fine gita, al caldo del fondovalle.

Scendiamo. La neve non è dura, anzi, è quasi un firn leggermente gessoso. Lo definiremo firn dell'atlantico. Si scia stupendamente. Pendii intonsi e spazi aperti. Pendenze ottimali. Ne esce una grandissima sciata.

Roberto e Riccardo prestano i loro guanti di riserva a Mohamed che si stava congelando le mani.

Più in basso la neve molla un po' e diventa appena appena più pesante ma sempre perfettamente sciabile.
Gli ultimi 50m li facciamo con gli sci in spalla per ritornare sulla strada da dove siamo partiti.

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panorami
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Paola
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si scia ovunque
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serpentine
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Nardo
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arrivo al punto di partenza

 

 

Qui ci aspettano i muli per caricare sci e scarponi. Che lusso! Non siamo abituati a tutto questo confort sulle nostre Alpi. Gli asinelli ci fanno quasi pena.

Ci facciamo l'ultima mezz'oretta di passeggiata a piedi per raggiungere il paesino di Tacheddirt con una sottile pioggerellina che ci accompagna. Appena in tempo. Gita veramente rubata al meteo che da previsioni doveva essere inclemente.

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fine gita
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ragazzi curiosi
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Carico asino
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verso Tacheddirt
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fiume
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asciugare le pelli

 

 

Un sentiero fangoso ci conduce al nostro rifugio. In realtà è una sorta di hostello. Mohamed il cuoco ci ha preparato il solito te con dei  biscotti. Quindi un bel pranzetto di tajine.

Le stanze sono spoglie. Solo un materasso per dormire. E' umido. Fa più caldo fuori che dentro.

Appendiamo le pelli alle lampade di vimini per asciugarle almeno un minimo.

Dalla terrazza tentiamo di catturare qualche foto della zona circostante. Le donne ed i bambini non vogliono farsi fotografare. Si nascondono o fanno finta di tirarti delle pietre. Gli scatti dobbiamo rubarli.

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pranzo
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terrazzamenti
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la nostra gita
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scatti rubati
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terrazza
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Tacheddirt
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finestra
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Robi versa il te
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Cena

 

 

Alla sera viene accesa una stufetta a gas attorno alla quale ci raccogliamo. Con noi si riscalda un gruppo di sciatori olandesi. Domani saliranno anche loro sulla cima dell' Iguenouane.

 

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